Venerdì 23 ottobre le forze dell’ordine sono entrate nell’accampamento dei rifugiati afgani nei pressi dell’Air Terminal di Roma, con tanto di ruspe. Alcuni ragazzi sono stati fermati e successivamente rilasciati. A tutti gli altri, è stato intimato di abbandonare l’accampamento al più presto.
Da qui a pochi giorni, forze dell’ordine e Comune intendono infatti
procedere con la "bonifica definitiva" dell’area. Dopo Calais e
Patrasso, è la volta di Roma.
Nella giornata di venerdì, la presenza sul posto di volontari e
attivisti (tra cui Yo Migro), e il conseguente intervento del
Presidente dell’XI Municipio Andrea Catarci, giornalisti e fotografi,
ha impedito che l’operazione passasse sotto silenzio e che i diritti
degli Afgani posti in stato di fermo fossero calpestati.
Ricordiamo che tutte le persone di nazionalità afgana presenti nell’area dell’Air Terminal hanno diritto alla protezione internazionale. Circa un centinaio di loro ha già avviato da tempo (e in molti casi concluso) il percorso per l’ottenimento dello status di rifugiato.
Una situazione che dura da tempo, quella dell’Air Terminal di Ostiense, e che forze dell’ordine e Comune si apprestano ora a "risolvere una volta per tutte" con una massiccia operazione di ordine publico. Un’altra negazione di fatto del diritto d’asilo nel nostro paese, in perfetta sintonia con la politica dei respingimenti.
Una scelta ancor più indegna nel caso in cui chi fugge dall’Afghanistan fugge dalla guerra a cui l’Italia partecipa attivamente.
Che fuggano dai Talebani o dalla Nato l’Italia deve garantire loro un’accoglienza dignitosa.
È urgente mobilitarsi affinché si trovi una soluzione pienamente dignitosa per i rifugiati afgani presenti nell’area di Ostiense.
Diritto d’asilo, diritto a migrare, diritto a fuggire dalla guerra
Per il ritiro delle truppe dall’Afghanistan
Per il rispetto dei diritti dei cittadini afghani in Europa
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