Presidio permanente e lettera aperta al Sindaco di Roma di Medici per i Diritti Umani (Medu)

Successivamente al tentato sgombero dei cittadini afgani accampati nella "Buca", l’associazione MEDU ha organizzato un presidio permanente e scritto una lettera aperta al sindaco di Roma.

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Una tenda per i diritti

Roma, 31 ottobre 2009


La storia di sistematica violazione dei diritti umani fondamentali di cui  vogliamo parlare parte da lontano, dall´Afghanistan e arriva ai margini  dei nostri quartieri. "La buca", un fossato che presto ospiterà nuove  costruzioni nei pressi dell´air terminal, è da molti mesi il luogo che un centinaio di ragazzi afgani hanno trasformato nel loro "centro d´accoglienza". L´Italia riconosce il diritto d´asilo ( Art. 10  della Costituzione) ed  è firmataria  della Convenzione di Ginevra relativa  allo status di rifugiato politico ma non garantisce ai profughi afgani i diritti previsti dalla Convenzione stessa, tra cui quello ad  un´accoglienza in luoghi e condizioni adeguate.

La "buca" ospita circa 100 ragazzi afgani molto giovani (l´età media  è 24-25 anni), tra i quali circa ? sono minori di età. Molti di essi  hanno una forma di protezione internazionale (asilo, protezione umanitaria o  sussidiaria) che dà loro diritto ad un´accoglienza dignitosa. Questo non  accade. Da anni i ragazzi vivono o transitano nei pressi della stazione  Ostiense e i ripetuti sgomberi li hanno portati sempre più ai margini. Le condizioni "abitative" e socio-sanitarie della "buca" sono  assolutamente disperate. Roma è piena di situazioni analoghe a quelle degli  afgani che vivono nel cantiere presso l´air terminal Ostiense.

Venerdì scorso i carabinieri e i proprietari del terreno sono accorsi per  un improvviso sgombero, che è stato rimandato di 10 giorni che scadranno  lunedì 2 novembre dopodiché gli afgani andranno a stare in un altro luogo  analogo ed il problema non verrà risolto ma solamente rinviato per  l´ennesima volta. Non vogliamo che nella nostra città esistano tali situazioni di abbandono. Interpelliamo  il Comune e le altre autorità competenti affinché in questi  giorni si possano individuare soluzioni di accoglienza dignitose per i  rifugiati, senza le quali  eseguire uno sgombero significa compiere un atto  inefficace oltre che  irrispettoso dei diritti fondamentali della persona.

Noi, medici e volontari dell´associazione Medici per i Diritti Umani siamo  presenti sul luogo con delle tende e due camper – ambulatorio da martedì  27 in solidarietà con gli afgani. Assieme ad altre organizzazioni,  associazioni e singoli cittadini che parteciperanno al presidio invitiamo  TUTTI a venire a conoscere questa realtà e parlare con i ragazzi afgani e con noi nel fine settimana del 31 ottobre e 1 novembre e magari a donare una  tenda, un sacco a pelo o una coperta  come gesto simbolico

 

Lettera aperta di Medici per i Diritti Umani al Sindaco di Roma e all’Assessore alle Politiche Sociali
Accoglienza ai rifugiati afgani: una questione di civiltà che non si può risolvere con un nuovo sgombero 

Roma, 23 ottobre 2009


Egregio Signor Sindaco, gentile Assessore,
le drammatiche condizioni alloggiative ed igienico-sanitarie in cui vivono i rifugiati afgani presso la stazione Ostiense sono ben note da tempo e si protraggono ormai da anni senza che siano state individuate soluzioni di accoglienza dignitose e sostenibili nel tempo. Si tratta per lo più di giovani e adolescenti di nazionalità afgana, che fuggono da situazioni di violenza e di guerra ed hanno affrontato un viaggio lungo, difficile ed in alcuni tratti estremamente pericoloso per raggiungere il nostro Paese. Molti di loro sono richiedenti asilo o titolari di permessi di soggiorno per motivi umanitari o per protezione sussidiaria, persone che, quindi,  soggiornano regolarmente nel nostro Paese ed  hanno diritto ad un’assistenza sociale e sanitaria parificata a quella dei cittadini italiani.
 
Alla mancanza di qualsiasi tipo di rifugio che non siano l’asfalto, dei cartoni ed alcune coperte donate dalle associazioni, si aggiunge la presenza di una grande quantità di rifiuti e la totale mancanza di servizi igienici, con tutte le conseguenze immaginabili sul piano della salute individuale e collettiva. Nei mesi scorsi la nostra associazione – che da oltre tre anni porta assistenza socio-sanitaria ai rifugiati con un’unità mobile di medici ed operatori volontari – ha avuto  l’opportunità di segnalare direttamente all’Assessore Belviso la gravità della situazione. Purtroppo, ad oggi, le misure adottate sono state eminentemente di ordine pubblico, cioè improvvise operazioni di sgombero realizzate dalle forze di pubblica sicurezza, con l’ausilio di mezzi meccanici. Tali operazioni, disposte senza la programmazione di una soluzione alternativa né a corto né a lungo termine, hanno causato solamente la perdita dei pochi e preziosi effetti personali dei rifugiati come ad esempio le coperte utilizzate per proteggersi durante la notte, la documentazione sanitaria ed i medicinali in loro possesso. Vi sono inoltre episodi di giovani afgani multati perché colpevoli, secondo quanto da loro testimoniato, di stazionare nei pressi della stazione ferroviaria o di cercare l’accesso ai bagni pubblici della stazione Ostiense. Queste persone quindi non solo non possono usufruire di standard di accoglienza accettabili ma oltretutto vengono in qualche modo punite per il fatto di trovarsi, senza colpa, in queste difficili condizioni.

Vogliamo inoltre ricordare che le associazioni impegnate sul terreno, tra cui Medici per i Diritti Umani, non si sono limitate a denunciare la situazione ma hanno formulato proposte concrete volte a fornire soluzioni  di accoglienza adeguate agli standard richiesti  e sostenibili nel tempo.  Tra di esse ricordiamo l’istituzione presso la stazione Ostiense di punti di informazione e di un centro di prima accoglienza a bassa soglia oltre che a soluzioni abitative per i richiedenti asilo che coinvolgano in maniera solidale la cittadinanza.

E’ del resto del tutto evidente che non ci troviamo di fronte a una questione di decoro urbano  ma piuttosto a un problema di civiltà dell’accoglienza. Riteniamo infatti che la civiltà di una città si misuri anche dalla capacità di accoglienza nei confronti delle persone più vulnerabili, a maggior ragione quando esse sono portatrici di diritti riconosciuti dalle convenzioni internazionali e dalla Costituzione italiana come nel caso dei rifugiati e i richiedenti asilo.
Nella mattina di oggi 23 ottobre, le forze di pubblica sicurezza sono intervenute per un nuova  operazione di bonifica ambientale presso un insediamento di profughi afgani situato nelle vicinanze della stazione Ostiense.  Durante questa operazione erano presenti gli operatori della nostra associazione.  Agli abitanti dell’insediamento sono stati dati dieci giorni per abbandonare le baracche improvvisate dopodiché verrà eseguito l’ennesimo  sgombero senza che sia stata previamente individuata alcuna soluzione di accoglienza.

Signor Sindaco, gentile Assessore, è accettabile -oltre che efficace – continuare ad affrontare il problema con sgomberi e multe,  il cui solo risultato è quello di spingere in situazioni sempre più degradanti persone la cui unica colpa è quella di essere state vittime delle guerra e di violazioni dei diritti fondamentali ?

Signor Sindaco, gentile Assessore, è possibile sperare che a Roma  vengano finalmente adottate misure concrete e immediate per assicurare a giovani profughi, spesso poco più che bambini, condizioni di accoglienza rispettose della dignità umana ?

Associazione Medici per i Diritti Umani

 

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31 risposte a Presidio permanente e lettera aperta al Sindaco di Roma di Medici per i Diritti Umani (Medu)

  1. ruilocnc scrive:

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