Roma in piazza il primo marzo

Volantino corteo primo marzo, h. 17.00 porta maggiore. Versione web.

ROMA IN PIAZZA IL PRIMO MARZO

Una giornata di mobilitazione contro la Bossi-Fini e il Pacchetto sicurezza
Attraversiamo la città per i diritti di cittadinanza
Rilanciamo la vertenza Rosarno

h. 10:30 >> lezioni di clandestinità a Piazza Montecitorio

h. 17:00 >> MANIFESTAZIONE DA PORTA MAGGIORE A PIAZZA DELL’ESQUILINO

Repressione
e criminalizzazione, negazione dei diritti e degli spazi di convivenza,
politiche d’intolleranza e campagne d’odio. Dai flussi al lavoro, dalla
scuola al sociale, le scelte del governo sull’immigrazione sono sempre
più caratterizzate dalla propaganda che alimenta razzismo e xenofobia.
Il Pacchetto sicurezza rafforza un contesto sociale che fa degli ultimi
merce da sfruttare. È un concentrato di ipocrisia: il reato di
clandestinità è solo un alibi per favorire lo sfruttamento della forza
lavoro migrante. Il tutto in un contesto europeo che, se pur con toni
diversi, legittima la chiusura delle frontiere nel nome della
sicurezza, di fatto rafforzando un pericoloso principio: pieni diritti
ai cittadini Ue, nessun diritto agli altri.

Intanto però la
crisi allarga il disagio e la frattura sociale e l’approccio
securitario all’immigrazione è di fatto un ulteriore strumento per
dividere ed indebolire il mondo del lavoro e predisporre un nuovo
modello di società basato sulla destrutturazione dei diritti di tutte e
di tutti aumentando l’insicurezza sociale. Un contesto dentro il quale
è nata quell’ampia rete che ha costruito una forte opposizione sociale
alle politiche securitarie del governo, con la grande mobilitazione
dello scorso autunno. Regolarizzazione, stop ai respingimenti, no ai
Cie, diritti sociali e di cittadinanza, una piattaforma larga e
condivisa che ha permesso al popolo del 17 ottobre di radicare la lotta
nei territori. Così come a Roma dove l’opposizione al Pacchetto
sicurezza e alla Bossi-Fini si è caratterizzata concretamente nella
costruzione di uno spazio di azione politica e di tutela concreta dei
percorsi di resistenza dei migranti, come l’esperienza della comunità
afgana che assieme alle associazioni antirazziste chiede con forza il
diritto d’asilo in virtù di una guerra subita dall’Occidente o come la
rete no cie che ha prodotto negli ultimi mesi diverse mobilitazioni per
la chiusura di Ponte Galeria. Decine di associazioni, centri sociali
hanno determinato così percorsi di inclusione sociale e resistenza alla
discriminazione con l’apertura di scuole d’italiano, sportelli di
assistenza legale e spazi di aggregazione sociale e di
autorganizzazione.

In questa complessa realtà di solidarietà e
resistenza nasce la vertenza seguita alla ribellione degli africani a
Rosarno che sono arrivati a Roma. Dopo le immediate mobilitazioni nella
Capitale – con le comunità migranti e le associazioni antirazziste in
piazza con lo slogan “Troppa (in)tolleranza nessun diritto”- sono stati
i lavoratori migranti provenienti dalla Calabria, e ospitati da centri
sociali e occupazioni romane, a costruire un’importante esperienza di
autorganizzazione e di lotta. “I mandarini e le olive non cadono dal
cielo” ci hanno detto con il documento scritto dall’Assemblea dei
lavoratori africani di Rosarno a Roma. Una vertenza che prosegue per il
riconoscimento del permesso di soggiorno per tutti i migranti deportati
dalla Calabria, oltre che per l’accoglienza. Perché va ribadito con
forza che gli africani di Rosarno sono vittime e non criminali. Perché
occorre contestare quel “modello Rosarno” disegnato dal ministro Maroni
all’indomani dello sgombero degli africani. Perché la specificità
rosarnese sta nella presenza e nel dominio di una ‘ndrangheta criminale
e razzista, contro la quale, occorre dirlo, bisogna costruire percorsi
di riappropriazione degli spazi oggi sottratti alla democrazia e
all’agire politico. Perché bisogna tenere alta la tensione sul caso
Rosarno.

In questo clima, la giornata del Primo marzo si va
caratterizzando come un’importante mobilitazione nazionale per i
diritti di cittadinanza. A Roma le comunità migranti e le associazioni
antirazziste attraversaranno insieme questa giornata, mettendo in campo
tutta una varietà di mobilitazioni e di azioni, che culmineranno nel
corteo pomeridiano da Porta Maggiore.

Gli appuntamenti della giornata:

h. 10:00 >> Protesta di fronte all’INPS (Via dell’Amba Aradam 5) per i contributi versati e non recuperati.

h. 10:30 >> Lezioni di clandestinità a Piazza Montecitorio, con gli studenti medi e universitari contro il razzismo.

h. 17:00 >> MANIFESTAZIONE DA PORTA MAGGIORE A PIAZZA DELL’ESQUILINO

Troppa (in)tolleranza nessun diritto

No al soggiorno a punti – Regolarizzazione per tutti

RETE ROMANA CONTRO IL RAZZISMO

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3 risposte a Roma in piazza il primo marzo

  1. diamontina scrive:

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