Genova,
Berlino, Barcellona, Madrid, Lisbona, Metz, Porto, Utrecht, Roma, nove
sguardi sulla vita, i progetti e le scelte delle cosidette seconde
generazioni di migranti in Europa. Frontiere tangibili come un confine,
precise e disegnate sui tratti somatici, oppure più labili e sfuggenti,
ma non meno pericolose…
Chi sono le persone che stanno ricostruendo l’Abruzzo terremotato?
Sono
per lo più migranti, che si spostano da ogni angolo d’Italia per
lavorare come operai e manovali nei cantieri de L’Aquila e dintorni. [leggi tutto]
Dopo lo sgombero dal campo di via di Centocelle avvenuto ieri, le forze di polizia e il comune di Roma sono nuovamente intervenuti nei confronti della comunità rom che aveva trascorso la notte all’interno dell’ex deposito Heineken di via dei Gordiani.
Intorno alle 9 di questa mattina, decine di blindati hanno circondato l’ex fabbrica e hanno iniziato la schedatura dei cittadini rumeni, ai quali il comune ha riproposto il rimpatrio assistito, centri di accoglienza per donne e bambini fuori dal raccordo e nessuna soluzione per gli uomini. Dietro la minaccia della sottrazione dei minori, una trentina di persone sono salite su un pullman senza nemmeno comprendere che fine avrebbero fatto, mentre la maggior parte ha rifiutato le soluzioni e si è dispersa nel territorio.
Si sono svolte oggi coordinate dalla Croce Rossa le operazioni di trasferimento dei profughi afgani, raccolti nell’area dell’air terminal Ostiense e accampati presso la ormai nota “buca”, presso il CARA (centro di accoglienza per richiedenti asilo) di Castelnuovo di Porto, in provincia di Roma.
Si tratta di una soluzione tampone che non risolve il vuoto di misure di accoglienza che lo Stato italiano dovrebbe garantire a profughi e rifugiati. Il CARA è infatti una struttura per l’accoglienza dei richiedenti asilo. Il fatto stesso che del trasferimento facciano parte molte persone cui è gia stato riconosciuto il diritto d’asilo parla di una soluzione di fortuna.
200 persone (la maggior parte afgani) in Campidoglio per chiedere diritti e dignità.
Il Comune propone soluzioni provvisorie per l’emergenza freddo. Sarà per tutti?
E dopo marzo? Unica urgenza sgomberare l’area, un progetto serio non si vede.
Venerdì 23 ottobre le forze dell’ordine sono intervenute per sgomberare l’accampamento rinominato la “buca”, nei pressi dell’Air Terminal Ostiense, dove vivono in drammatiche condizioni igienico-sanitarie un centinaio di rifugiati e richiedenti asilo afgani, molti dei quali in possesso di regolari documenti. Grazie alla presenza e all’attivazione degli operatori di Medu (Medici per i diritti umani) e di attivisti dei movimenti antirazzisti lo sgombero è stato rinviato e nessun ragazzo è stato arrestato o espulso.
DAVANTI ALLA BASILICA DI SANTA MARIA IN COSMEDIN (Bocca della verità)
foto simona granati
Il 31 ottobre a mezzogiorno San Papier, il santo protettore dei migranti della Terra, è apparso davanti alla Basilica di Santa Maria in Cosmedin (piazza Bocca della Verità) per chiedere dignità e diritti per i cittadini afgani dell’Air Terminal di Roma. San Papier si è materializzato al fianco dei profughi afgani sotto sgombero della “Buca”, un accampamento nel quartiere Ostiense che ospita un centinaio di alloggi di fortuna costruiti nel fosso di un cantiere edile inattivo.
Lo scorso venerdì 23 ottobre i carabinieri sono entrati nell’accampamento con le ruspe, distruggendo parzialmente gli alloggi e intimando a tutti di andarsene, senza prospettare alcuna soluzione alternativa. Lo sgombero è stato fermato solo grazie alla presenza sul posto di volontari e attivisti, ma le autorità hanno ribadito l’intenzione di procedere da qui a breve con la "bonifica definitiva" dell’area. Dopo Calais e Patrasso, è la volta di Roma.
Per questo motivo, stamattina San Papier ha voluto unirsi alla conferenza stampa tenuta davanti a Santa Maria in Cosmedin dagli “abitanti” della Buca, dagli attivisti di Yo Migro e da alcuni medici volontari che operano nel campo. La Basilica ha un alto valore simbolico, poiché sin dall’VIII secolo d.c. fu affidata ai monaci greci rifugiati a Roma per sfuggire alle persecuzioni iconoclaste. La stessa Grecia da cui oggi, dopo un lungo e durissimo viaggio, arrivano molti dei rifugiati afgani presenti nella città di Roma. Arrivano in cerca di una vita dignitosa e non trovano altro se non un “Buco” dove vivere in condizioni subumane, nonostante abbiano diritto alla piena protezione internazionale.
Una situazione che dura da tempo, quella dell’Air Terminal di Roma, e a cui forze dell’ordine e Comune sanno solo rispondere con sgomberi e operazioni di ordine pubblico. Un’altra negazione di fatto del diritto d’asilo nel nostro paese, in perfetta sintonia con la politica dei respingimenti. Una scelta ancor più indegna nel caso di chi fugge dall’Afghanistan e dalla guerra a cui l’Italia partecipa attivamente. Che fuggano dai Talebani o dalla Nato, l’Italia deve garantire loro un’accoglienza dignitosa.
Giovedì 5 novembre presidio a piazza del Campidoglio
per i diritti e la dignità degli Afgani dell’Air Terminal
Diritto d’asilo, diritto a migrare, diritto a fuggire dalla guerra